Il nuovo approccio urbanistico per combattere le isole di calore - Ne ha parlato Luigi Zanella al Il Sole 24 Ore
In un contesto segnato dal cambiamento climatico, le città si trovano al centro di una trasformazione che mette in tensione benessere urbano e resilienza ambientale. Le ondate di calore non rappresentano più un fenomeno stagionale, ma una criticità strutturale con rilevanti impatti sociali, sanitari e infrastrutturali. La crescente impermeabilizzazione del suolo e la scarsità di coperture arboree evidenziano la necessità di ripensare i modelli di pianificazione urbana.
In questa prospettiva si inserisce la regola del 3-30-300, elaborata dal ricercatore Cecil Konijnendijk, che definisce parametri chiari di vivibilità: poter osservare almeno tre alberi dalla propria abitazione, vivere in aree con una copertura arborea pari al 30% e disporre di uno spazio verde pubblico a non più di 300 metri di distanza. Un approccio che traduce la qualità urbana in metriche concrete, superando valutazioni generiche e rendendo misurabile la dotazione di verde a disposizione dei cittadini. L’applicazione di questo modello richiede tuttavia il supporto di strumenti tecnologici avanzati. Le città sono sistemi complessi, composti da edifici, flussi termici, densità abitative e fattori di vulnerabilità sociale. Interpretarne la struttura implica la disponibilità di dati accurati e di algoritmi capaci di analisi predittive, in grado di stimare la copertura arborea, calcolare le distanze dalle aree verdi e valutare l’accessibilità reale degli spazi naturali per ogni isolato urbano.
Ne ha parlato Luigi Zanella, Business Developer, Business Innovation & Development di Deda Next, in un’intervista al Sole 24 Ore, sottolineando come la combinazione tra citizen science e nuove tecnologie rappresenti una leva decisiva per affrontare il fenomeno delle isole di calore e favorire città più vivibili e sostenibili.