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Generazioni a confronto e sostenibilità digitale

Presentato il rapporto della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

Se ne è discusso nel corso della quarta edizione del Digital Sustainability Day, svoltasi presso l’Università La Sapienza di Roma. In questa occasione, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, insieme ad alcuni esponenti del settore, si è interrogata su cosa significhi davvero sostenibilità digitale e ha presentato il nuovo rapporto dell’Osservatorio sulla Sostenibilità Digitale, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici San Pio V. L’obiettivo: analizzare il divario e le differenze generazionali nella percezione e nell’utilizzo delle tecnologie digitali in relazione ai temi della sostenibilità.

Per farlo sono state messe a confronto quattro generazioni: la Generazione Z (18-28 anni), i Millennial (29-44 anni), la Generazione X (45-60 anni) e i Baby Boomer (61-75 anni).

Dall’analisi emergono differenze marcate. I più giovani — il 48% della Gen Z e il 33% dei Millennial — si dimostrano utenti digitali attivi e fortemente coinvolti in tematiche legate alla sostenibilità. Al contrario, il 32% della Generazione X e il 52% dei Baby Boomer utilizzano meno frequentemente le tecnologie digitali e tendono a non attribuire particolare importanza alla sostenibilità. Un dato significativo, indipendentemente dall’età: quasi un italiano su quattro ritiene che il digitale non sia uno strumento utile per raggiungere obiettivi di sostenibilità.

Il paradosso ambientale: i giovani sono più sensibili?

Uno degli spunti più sorprendenti arriva dai dati relativi alla percezione del cambiamento climatico. Il 27% degli italiani crede che non sia necessario intervenire subito.

A dirlo sono anche il 31% dei Millennial e il 27% della Gen Z, convinti che ci sia ancora tempo per agire. Al contrario, le generazioni più mature sembrano più allarmate: il 67% degli over 60 e il 66% dei Baby Boomer considerano il cambiamento climatico e l’inquinamento come priorità assolute.

Questo ribalta un luogo comune: non sono solo i giovani ad essere sensibili ai temi ambientali. Tuttavia, la ricerca evidenzia che tra chi è più preoccupato per l’ambiente, i giovani mostrano anche un maggiore livello di digitalizzazione. Nelle generazioni più adulte, invece, l’ambientalismo si accompagna spesso a una forte diffidenza verso le tecnologie digitali.

Baby Boomer

Un indice per misurare la sostenibilità digitale

L’indagine si è avvalsa del DISI – Digital Sustainability Index, un indice ideato dalla Fondazione per misurare la correlazione tra comportamento digitale e sensibilità ambientale. I dati sono stati raccolti tramite interviste CATI/CAMI su un campione rappresentativo della popolazione italiana.

“Abbiamo voluto analizzare le differenze nel modo in cui le diverse generazioni percepiscono i temi della sostenibilità digitale e come utilizzano le tecnologie digitali. Ne è emerso che non esiste un’unica transizione digitale, ma percorsi diversi a seconda dell’età, con caratteristiche, opportunità e sfide specifiche. I numeri ci aiutano anche a sfatare alcune convinzioni diffuse sui giovani e la loro sensibilità al digitale e alla sostenibilità”, ha commentato Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

MySmartDiary: il digitale al servizio della consapevolezza

Oltre alla presentazione del rapporto, l’evento ha ospitato anche momenti di approfondimento su progetti concreti che uniscono digitale e sostenibilità. Tra questi, MySmartDiary, la prima web app a supporto dei terapeuti per la gestione dei pazienti con disturbi del comportamento alimentare (DCA). Un progetto che ci vede protagonisti e di cui siamo particolarmente orgogliosi. Il nostro CEO, Fabio Meloni, è intervenuto durante l’evento per raccontare il nostro coinvolgimento e sottolineare il valore della tecnologia.

“Abbiamo aderito fin da subito agli Stati Generali perché crediamo profondamente nel valore della community come spazio di confronto aperto, paritario e senza gerarchie, dove soggetti diversi – imprese, istituzioni, ricerca – possono contribuire alla riflessione comune nel rispetto dei propri ruoli. Lo è ancora di più considerando il tema della “Sostenibilità digitale”, particolarmente in linea con uno dei valori fondanti del gruppo Deda: l’impatto sociale positivo. Per noi, sostenibilità significa anche usabilità: prestiamo grande attenzione affinché le soluzioni che progettiamo siano realmente accessibili, efficaci e semplici da utilizzare, per migliorare concretamente la vita quotidiana delle persone e semplificare il lavoro degli operatori pubblici, dei cittadini e delle imprese. Non ci limitiamo a fornire strumenti: favoriamo la creazione di community anche tra i nostri clienti, per condividere approcci, esperienze e metodologie che consentano di trarre il massimo valore dalla digitalizzazione”. Cosi ha concluso Fabio Meloni.

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