La telecardiologia si dà le «regole» per dispositivi e dati più affidabili

di Ruggiero Corcella

La Società italiana di cardiologia ha pubblicato un position paper sui requisiti necessari affinché i servizi di monitoraggio a distanza siano accurati e sicuri

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Alla sanità digitale servono punti di riferimento e regole. La telemedicina non fa eccezione. Sotto l’aspetto normativo, nel dicembre 2020 la Conferenza Stato-Regione ha dato il via libera alle «Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina» (qui l’articolo che spiega di cosa si tratta) . Il documento è arrivato sei anni dopo l’approvazione delle Linee guida nazionali e rappresenta un punto di svolta per rendere omogenei i servizi erogati. La Società italiana di cardiologia, ora, ha pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia un documento di consenso (position paper) che per la prima volta stabilisce i requisiti necessari per servizi di telecardiologia accurati e affidabili: dai dispositivi medici da utilizzare per il monitoraggio della pressione arteriosa o l’Ecg Holter alle piattaforme informatiche più sicure.

Requisiti tecnici

«Insieme alla radiologia, la cardiologia è la branca della medicina che trova una utilità massima nella telemedicina per vari motivi: l’elettrocardiogramma e l’ holter Ecg possono essere trasmessi con molta facilità a distanza essendo dei dati digitali e non solo analogici. Quindi la cardiologia già da decenni ha familiarità con la metodica di telemedicina. Con il Covid è esplosa la necessità di poter utilizzare questo strumento per evitare che il paziente si muova e soprattutto nelle zone lontane dai centri abitati», spiega Ciro Indolfi, presidente Sic e ordinario di Cardiologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro . «Però affinché il sistema sia attendibile sono necessari alcuni requisiti tecnici che rendono la metodica affidabile e riproducibile: sia gli strumenti, sia la piattaforma devono essere certificati perché ovviamente alla base di tutto deve esserci l’affidabilità della trasmissione del dato. Altrimenti anche la refertazione potrebbe risultare sbagliata. In più è indispensabile avere a disposizione sistemi che tutelino la privacy e la sicurezza dei dati trasmessi».

Gli standard

Obiettivo del position paper è appunto quello di stabilire standard per la tipologia di dispositivo medico da utilizzare, l’addestramento del personale sanitario, la sicurezza dei dati sensibili, il tipo di piattaforme informatiche da utilizzare ed infine per la qualità della refertazione. Il documento potrà servire da «guida» non solo agli specialisti ma anche a chi dovrà acquistare nuove apparecchiature, soprattutto adesso che Il Piano nazionale di ripresa resilienza (Pnrr) destina fondi ingenti alla telemedicina. Del tema si è parlato anche nell’ultimo convegno dell’Associazione italiana ingegneri clinici. «La telemedicina è un progetto che identifica la casa come primo luogo di cura. Ciò significa portare servizi rispondenti alle necessità del paziente al suo domicilio. Inoltre telemedicina non significa solo tecnologia, ma anche organizzazione dei servizi: la telemedicina deve quindi essere inserita in un contesto coerente con i servizi da erogare», dice Emilio Chiarolla del direttivo Aiic.

In Trentino, la piattaforma pubblica «TreC+» offrirà un tutor digitale

Possibilità di eseguire prenotazioni dal proprio smartphone o computer; reminder dell’appuntamento; interazione diretta con i medici di riferimento tramite videochat e chat bidirezionali medico-paziente; accesso ai propri referti, ricette e prescrizioni; possibilità di conoscere in tempo reale la situazione dei Pronto soccorso; esecuzione dei pagamenti delle prestazioni online; gestione dei dati del proprio profilo sanitario: tutto questo (e molto altro) è «TreC+» evoluzione di «TreC - Cartella Clinica del Cittadino» il progetto di sanità digitale partito in Trentino nel 2014. Dal 2016, la piattaforma consente ai residenti di fruire dei servizi online del sistema sanitario. Con TreC+ potranno farlo anche persone non residenti. La nuova piattaforma, adottata anche da altre Regioni, è frutto di un progetto voluto dal Centro di competenza TrentinoSalute4.0, Provincia autonoma, Azienda provinciale servizi sanitari, Fondazione Bruno Kessler e sviluppata da Dedagroup Public Services.

L’accesso ai servizi sanitari online è garantito da un’unica piattaforma sul cloud e un’unica app in cui confluisce uno scambio costante di dati prodotti dai pazienti e dai medici e in cui il livello di cura che viene offerto ai cittadini rimane inalterato, costante e sicuro. «Ora si sta progettando e sperimentando la parte di TreC+ che vuole diventare sempre più intelligente e integrata con applicazioni come il virtual coach, i modelli predittivi, i chatbot, che utilizzano l’intelligenza artificiale» racconta Andrea Simoni, segretario generale della Fondazione Bruno Kessler.

23 gennaio 2022 (modifica il 23 gennaio 2022 | 19:05)