“Città 15 minuti”: rigenerazione urbana tra sostenibilità e sviluppo di nuovi servizi pubblici

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Non più solo un modello astratto ad appannaggio delle grandi città, ma una possibilità concreta per tutti, resa possibile dal digitale e dai fondi che il PNRR mette a disposizione. È la “città 15 minuti”, un centro urbano che avvicina i servizi, ne semplifica l’accesso, riduce le disuguaglianze e migliora la coesione sociale dando valore ad una nuova dimensione sostenibile di vicinato

22 Febbraio 2022

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Redazione FPA

Photo by Tomi Vadász on Unsplash - https://unsplash.com/photos/SBKJ47obEHY

Mettere al centro le persone e le loro esigenze, senza dimenticare l’ambiente: è questo l’obiettivo della “città 15 minuti”. Un centro urbano che avvicina i servizi, ne semplifica l’accesso, riduce le disuguaglianze e migliora la coesione sociale dando valore ad una nuova dimensione sostenibile di vicinato. I vantaggi di questa visione di città dove tutto è “a portata di mano” sono molteplici: ottimizza gli spostamenti, contribuisce alla riduzione dell’inquinamento, permette il ripensamento dello spazio urbano e ne accelera la trasformazione, incoraggia il movimento, dà nuovo valore al tempo. In sintesi: migliora la vita delle persone e punta a preservare l’ambiente, nel breve e nel lungo periodo.

La città 15 minuti dà quindi concretezza alla transizione ecologica, permettendo al tempo stesso ai cittadini di vivere in uno spazio disegnato a misura d’uomo. È ormai evidente come l’attenzione ad uno sviluppo sostenibile sia alla base delle strategie di crescita del Paese: a sottolinearlo più recentemente è stato l’inserimento della tutela ambientale tra i principi fondamentali della Costituzione italiana. Un impegno che sarà possibile portare avanti grazie alle risorse stanziate dal PNRR, che assegna oltre 60 miliardi di euro ai territori per la trasformazione ecologica, la sostenibilità e l’inclusione sociale. A questi si aggiungono i 6 miliardi di euro per la digitalizzazione della PA. È ora, dunque, il momento di agire e di mettere a terra idee e progetti per creare nuovi ecosistemi pubblici di valore. E questo non può che passare prima di tutto dalle città.

Ma come spendere al meglio queste risorse? Come sviluppare progettualità che mettano a fattore comune le diverse esigenze? Fondamentale è una vista unica e integrata del territorio, basata sui dati. Solo così le Pubbliche Amministrazioni locali saranno in grado di attrarre i fondi e usarli per progettualità dall’impatto positivo e duraturo per il proprio territorio.

Approccio data driven e informazioni spaziali per lo sviluppo della “città 15 minuti”

Una delle cose che più è cambiata in questi ultimi anni è il modo in cui i cittadini si spostano. La mobilità sostenibile nei centri urbani sta vivendo un momento storico decisivo e il necessario ripensamento dei flussi di traffico e dei piani di mobilità urbana può essere il primo passo per avviare una rigenerazione a tutto tondo.

Durante la pandemia la mobilità ciclabile ha ricevuto uno dei più grandi impulsi, rilevato anche da Google Maps che a livello mondiale ha registrato +69% di richieste di indicazioni di percorsi da affrontare in bicicletta.

Ecco allora un esempio di progettualità reale: come sviluppare una “città 15 minuti” a partire dalle nuove esigenze di spostamento su due ruote.

Per dare risposte concrete ai cittadini, le domande da porsi sono molte: dove sono le persone e dove vanno? I percorsi sono sicuri? Ci sono le giuste aree di sosta? Come si combinano i diversi mezzi “bici-treno-autobus”? Le fermate sono posizionate correttamente? Che tipo di attività economiche ci sono sui percorsi? Ci sono punti di interesse per cui sviluppare altri servizi? È abbastanza immediato capire che non basta redigere un PUMS (Piano Urbano di Mobilità Sostenibile) perché questo, da solo, non può offrire tali risposte. E nemmeno è pensabile di rispondere con la sola digitalizzazione dei servizi perché si potrebbe correre il rischio di aumentare il divario sociale sotto diversi aspetti (tecnologico e culturale in primis).

L’obiettivo è pianificare strategicamente, territorialmente, ecologicamente e strutturalmente tutte le dimensioni dei servizi e degli spazi di un’area e per farlo è necessario “mappare” tutte le informazioni dello spazio di riferimento e fare analisi puntuali con dati eterogenei, dinamici e aggiornati. Questo, tracciando a livello aggregato – e in piena conformità al GDPR – gli spostamenti delle persone, soprattutto quando si muovono in bici e a piedi, con particolare attenzione ai punti di snodo più utilizzati o più importanti.

In questo modo si possono gestire set di dati certi che guidino la costruzione dei piani di mobilità, i relativi investimenti e più in generale le politiche urbane e di sviluppo economico, legando questi dati a tutte le informazioni – geolocalizzate e non – già presenti nei sistemi informativi dell’Amministrazione.

Diversi i progetti in cui Dedagroup Public Services ha già sviluppato questo approccio data driven, non solo con le Amministrazioni italiane ma anche con città estere attraverso la partecipazione a progetti europei come SMASH (Sustainable Mobility Analysis as Service Hub), MADAME (MAdrid city DAdata Martketplace for dEcarbonization), AIR BREAK (Co-producing healthy clean commuting air spots in town) o Landscape Metropolis (Paesaggio come Infrastruttura).

Ferrara: best practice di progetto integrato

AIR BREAK è il progetto europeo che il Comune di Ferrara ha concepito per migliorare la qualità dell’aria in città, riducendo l’inquinamento tramite diverse azioni pilota sul territorio. Nel perimetro del progetto, il Comune usa l’app Play&Go per spingere i cittadini a muoversi in maniera più sostenibile – in bici, a piedi, con i mezzi pubblici – aderendo al contempo anche all’iniziativa regionale Bike2Work 2020 che coinvolge le aziende del territorio nell’incentivare i dipendenti a usare la bici negli spostamenti casa-lavoro, utilizzando anche incentivi economici.

A intervalli di pochi secondi, la app memorizza la posizione del ciclista, corregge le approssimazioni causate dal GPS dello smartphone e riporta ogni singolo punto sul grafo stradale: si ottengono così mappe omogenee e facilmente consultabili per conoscere con precisione i comportamenti di chi usa l’app. A differenza di altre soluzioni simili, questa app è pensata non solo per incentivare comportamenti virtuosi dei singoli ma, condividendo le informazioni aggregate con l’amministrazione, abilita nuove decisioni da parte della PA.

I dati geolocalizzati degli spostamenti sostenibili, una volta raccolti ed organizzati, diventano un vero tesoro per l’Amministrazione.

Incrociando le informazioni così raccolte con i dati del territorio – ad esempio quelli relativi a negozi o a servizi – è possibile stabilire un indice di prossimità per capire quali sono le parti di ‘città compatta’ – e cioè caratterizzata in modo omogeneo da quartieri autonomi e completi, in cui tutto è raggiungibile con un tragitto sostenibile di 15 minuti – e quali no, arricchendo l’analisi fino a creare un quadro conoscitivo della città più completo possibile. L’Amministrazione può quindi disporne per allargare il perimetro di analisi mettendo in relazione le informazioni e visualizzandole su mappe territoriali interattive.

Dell’indice di prossimità si è parlato recentemente anche su La Nuova Ecologia e durante le tappe del progetto Clean Cities Campaign di Legambiente a cui Dedagroup Public Services ha portato il suo contributo.

Disponendo di un’unica vista in cui aggiungere gli interventi già previsti dal piano urbano di mobilità sostenibile, i dati di incidentalità stradale, le analisi della popolazione residente, i dati di bilancio e molte altre dimensioni, sarà possibile definire la corretta programmazione dei lavori e la relativa spesa, dai piccoli interventi allo sviluppo urbano di lungo periodo.

Un progetto completo quello proposto da Dedagroup Public Services, supportato da soluzioni solide e concrete, nativamente cloud e interoperabili che consente alle Amministrazioni di passare dal tracciamento alle decisioni, utile anche per il monitoraggio delle esigenze nel tempo e per colmare eventuali specifici gap di servizio.

Un esempio virtuoso e una progettualità replicabile di città smart in cui tecnologie e priorità ambientali guidano gli investimenti per lo sviluppo di politiche eque, sostenibili e realmente vantaggiose in linea con quanto richiesto dal PNRR.

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